Tiffany & Co, che sembrerebbe avere trovato un accordo per l'acquisto da parte del gruppo francese Lvmh, ha annunciato di avere riportato un calo delle entrate trimestrali minore del previsto. I profitti sono stati in gran parte guidati dalla forte crescita delle vendite in Cina e Corea e da una ripresa della domanda interna. Nel periodo chiuso il 31 ottobre, Tiffany ha totalizzato 119 milioni di dollari di utile, superiore del 52% rispetto ai 78 milioni di un anno prima. I profitti adjusted per azione si sono attestati a 1,11 dollari, al di sopra dei 66 centesimi stimati dagli analisti. Le vendite sono ammontate a 1,01 miliardi, in calo solo leggermente rispetto a un anno fa (circa l’1%), ma superiori alle previsioni di 972,5 milioni. A salvare i conti del gioielliere americano ci ha pensato il mercato asiatico. La Cina è cresciuta del 70% nel trimestre, spinta dagli acquisti dei consumatori locali che, per via delle restrizioni di viaggio in vigore, stanno acquistando di più entro i confini nazionali. La crescita in Asia-Pacifico è stata del 30%, mentre nelle Americhe i ricavi sono scesi del 16%. In quell'area il calo era stato del 46% nel trimestre precedente. In Giappone e in Europa le vendite comparabili sono diminuite rispettivamente del 5% e del 9%. L'ecommerce ha chiuso il terzo trimestre con un aumento del 92% a livello globale rispetto all'anno precedente, ottenendo risultati positivi in tutti i mercati. Oggi le vendite online rappresentano il 12% di quelle nette totali da inizio anno, rispetto al 6% dei precedenti tre esercizi. Tiffany sta per passare al gruppo francese del lusso Lvmh. Il mese scorso le due aziende hanno fermato la battaglia legale in corso, trovando un accordo sul prezzo di vendita. Il nuovo accordo dovrebbe essere finalizzato all'inizio del 2021.