Bridgepoint, private equity britannico attivo da oltre 30 anni, ha annunciato di volersi quotare al London Stock Exchange: la valutazione potrebbe valere intorno ai 2 miliardi di sterline, e sarebbe la più grande del 2021 dopo Deliveroo, che però è stata un flop.
La nuova onda finanziaria, scrive Simone Filippetti sul Sole 24 Ore, è figlia dell’era dei tassi negativi perché con i rendimenti di liquidità, Bot e obbligazioni sottozero gli investimenti alternativi, sebbene molto più rischiosi, sono diventati quasi un prodotto da risparmio gestito per famiglie.
Con l’Ipo, Bridgepoint potrebbe incassare circa 300 milioni di liquidità, e la quotazione darebbe ai suoi 300 dipendenti-soci la possibilità di ottenere azioni del gruppo. Il private equity investe solitamente in aziende di medie dimensioni, con un’ottica di investimento di 9 anni, superiore alla media. L’utile operativo del fondo è cresciuto negli ultimi anni, passando dai 145 milioni del 2018 ai 192 milioni del 2020.