Biovelocita conferma il suo ruolo di trait d’union fra il mondo della ricerca e quello dell’industria. È programmata per aprile la firma che darà vita a una spin-off universitario di terapia genica con l'Università di Trento. Verranno studiate nuove terapie per malattie genetiche rare con l'editing del genoma di seconda generazione. Nel progetto l'azienda investirà 1,5 milioni di euro insieme a Trentino Invest. Biovelocita è stata fondata da Silvano Spinelli e Gabriella Camboni e in meno di due anni ha raccolto 14 milioni di euro. È il primo acceleratore italiano dedicato alle aziende del settore medico-scientifico; è finanziato da Sofinnova, Atlante sees di Intesa e Banca Profilo. L'azienda ha l'obiettivo di supportare la ricerca medico scientifica italiana per trasformare promettenti progetti di studio in realtà industriali di successo. Come è successo per l'oncologica Eos che quattro anni fa è stata ceduta per 410 milioni di euro alla americana Clovis o Novuspharma venduta a Cell Therapeutics. L'intesa appena firmata a Trento si aggiunge a quelle confermate da poco con l’Università Milano Bicocca che consiste nello stanziamento di 700mila euro alla startup Amypopharma per una cura sull'Alzheimer; con l’Università Magna Graecia di Catanzaro per un accordo da 900mila euro per lo studio di terapie contro le leucemie e con l'Istituto Superiore di Sanità di Roma, altra partnership da 1,1 milioni per un vaccino contro cancro e epatite.