Continua il lavoro di messa in sicurezza di Carige. Un punto fermo è la ricapitalizzazione dell'istituto genovese: se le precedenti indiscrezioni parlavano di 750-800 milioni, sicuramente più dei 630 previsti dai tre commissari della banca lo scorso febbraio, il Sole24ORE negli ultimi giorni ha scritto che l’aumento di capitale necessario potrebbe anche essere vicino ai 900 milioni, come segnalato da alcuni ambienti finanziari. Ciò che è certo è che non esistono ancora cifre definitive e da queste dipenderà poi il futuro business plan. Per quanto riguarda i soggetti coinvolti, la Sga, la società controllata dal Tesoro potrebbe intervenire acquistando 3,3 miliardi di crediti deteriorati sui 3,5 totali e fornendo una garanzia sui crediti in bonis. Cassa Centrale Banca, il polo trentino delle banche di credito cooperativo, potrebbe valutare un primo ingresso al 10% del capitale destinato a salire successivamente. Il fondo volontario convertirà il suo bond subordinato da 315 milioni di euro in equity e il Fondo di Tutela dei Depositi dovrà coprire eventuali ammanchi derivanti dagli altri soggetti che parteciperanno all’operazione. Per quanto riguarda i partner pubblici che potrebbero accompagnare il Fondo nella sua operazione di sistema, la soluzione preferita dal Tesoro, il Credito Sportivo dovrebbe intervenire con la sottoscrizione di un bond da 150 milioni mentre il Mediocredito Centrale-Banca del Mezzogiorno interverrebbe per sottoscrivere un prestito di massimo 25 milioni. Il piano però è in salita e Reuters, citando due fonti vicine all'affare, scrive che il governo italiano sta facendo fatica a mettere a punto un piano di salvataggio per la banca ed evitarne la messa in liquidazione. Il Fitd dovrebbe fornire circa 520 milioni di euro di capitali freschi per l'aumento del capitale ma devono ancora essere trovati gli altri 300 milioni di euro. O forse più.