Terme e centri benessere sono tra le attività più colpite dall’emergenza sanitaria. Le aziende del comparto, scrive Carlo Festa sul Sol24ORE, fino a febbraio puntavano a una crescita a due cifre, poi l'epidemia di Covid-19 ha costretto le strutture alla chiusura con perdite finanziarie e blocchi ai progetti futuri. Molte di queste società sono possedute da private equity e investitori finanziari che erano al lavoro su acquisizioni e ampliamenti delle proprie attività. È il caso di Qc Terme, catena di centri benessere a cinque stelle di cui White Bridge a fine 2017 ha comprato il 47%. Il fondo dell'ex ambasciatore Usa in Italia Ronald Spogli era pronto a portare la catena anche in America e stava studiando l'esordio oltreoceano, precisamente a New York, con un nuovo grande progetto da più di 50 milioni. Poi i piani hanno subìto una battuta d'arresto e se prima Qc Terme era una società redditizia, con un ebitda di circa 20 milioni, oggi perde in media 500mila euro a settimana. Un altro gruppo interessato a fare affari tra le piscine d'acqua calda e i bagni turchi è York, società americana che fa capo a James Dinan e che recentemente ha rilevato il 100% delle Terme di Galzignano, nel comprensorio dei Colli Euganei (Padova). Il gruppo possiede inoltre una quota del 25% nelle Terme di Saturnia, in Toscana, e attorno a questa struttura - che è il suo l'investimento principale – stava progettando la via del benessere, aggregando altre strutture in Italia. Per questo motivo aveva rilevato un centro termale a Ischia e stava trattando per l'acquisto di altre due terme nel Nord Italia. Se il coronavirus ha messo in stand by i progetti di crescita per linee esterne, la proprietà ha deciso di approfittare della chiusura forzata per un intervento di riqualificazione di Saturnia, già in programma. Gli investimenti nel settore non finiscono qui. Sempre in Toscana dallo scorso anno le Terme di Fonteverde, Bagni di Pisa e Grotta Giusti fanno capo a Oaktree; investitori russi vogliono poi entrare nel business a Chianciano e nelle terme di Pigna in Liguria; mentre Fortress, attivo nel settore dei non performing loan, ha rilevato i crediti di diversi complessi termali. Nei prossimi mesi probabilmente – scrive sempre il quotidiano economico – saranno avviati colloqui con il mondo bancario per la ristrutturazione dei debiti. Per tutte queste aziende il coronavirus è stata una “doccia fredda”, serve quindi un piano straordinario di aiuti e da più parti viene invocata la formale richiesta di dichiarazione dello stato di crisi. Nel frattempo le strutture termali si preparano a riaprire rispettando protocolli di sicurezza come la misurazione della temperatura all'entrata e il mantenimento delle distanze.