Lunedì 29 marzo si terrà un’assemblea degli azionisti di Atlantia per prorogare i tempi del progetto di scissione di Aspi, e i soci della holding al momento sono spaccati sul dossier della concessionaria: l’azionista di maggioranza relativa nonché holding della famiglia Benetton, Edizione, e la fondazione Crt hanno già annunciato il proprio voto contrario, spingendo per l’offerta di Cdp. Il fondo Tci definisce quest’ultima offerta “illegale”, motivo per cui l’esito dell’assemblea non è per nulla scontato. A riportarlo è Teodoro Chiarelli per La Stampa. Senza il via libera da parte degli azionisti l’unica opzione resterebbe l’offerta di Cdp e dei fondi Blackstone e Macquarie. Edizione sostiene che, a fronte dell’assenza di proposte di potenziali investitori per l’acquisto di Aspi, sia più opportuno coltivare l’unica operazione espressa dal mercato e auspica che l’offerta venga valutata in assemblea da tutti gli azionisti. In una nota di Fondazione Crt è stato annunciato il voto contrario lunedì, puntando invece sull’offerta del consorzio di Cassa Depositi e Prestiti. La holding dei Benetton vale il 30,25% del capitale di Atlantia, a cui vanno aggiunte le quote di Crt per superare il 35%. Tra gli azionisti però sono in molti a non essere favorevoli all’ingresso di Cdp: secondo alcuni di loro i 9,1 miliardi proposti dai fondi sono molto al di sotto delle valutazioni indipendenti fornite ad Atlantia, spalleggiate anche da alcuni proxy advisor. L’offerta di Cdp non potrà essere votata nell’assemblea di bilancio del 28 aprile, e qualora fosse giudicata adeguata probabilmente andrà convocata un’assemblea ad hoc entro il 10 maggio, imprevisti permettendo.