Private equity
27 Maggio 2020

Autostrade: revoca della concessione e garanzia al prestito si intrecciano

F2i resta pronto a entrare nel capitale

 C'è stato un nuovo incontro tra i vertici di Autostrade e alcuni rappresentanti del Tesoro. Altri ancora ce ne saranno in settimana per provare a risolvere la questione della garanzia statale inoltrata da Atlantia a Sace ma negata dal sottosegretario allo Sviluppo Stefano Buffagni. La linea sposata dall'esecutivo è che lo Stato non possa garantire un prestito a una società con la quale ha un contenzioso aperto. Prima quindi bisogna risolvere la questione della concessione autostradale, poi si può discutere della garanzia sul prestito bancario da due miliardi chiesto da Atlantia (che fa fatica a recuperare capitali anche perché l’articolo 35 del Milleproroghe ha declassato a spazzatura il giudizio sul merito di credito suo e di Aspi). Per risolvere la questione della concessione c'è più di una ipotesi allo studio. La prima prevede una revisione e un taglio delle tariffe ma potrebbe non bastare come soluzione al Movimento 5 Stelle che ha sempre richiesto la revoca. La seconda opzione è quella che prevede il coinvolgimento di F2i e una discesa di Atlantia al 30% in Autostrade. Secondo questo piano il governo offrirebbe ad Atlantia – che oggi possiede l’88% di Aspi – di tenere solo una minoranza. Le quote cedute, circa il 58%, le rileverebbe lo Stato attraverso Cassa depositi e prestiti assieme ad altri soggetti come il fondo F2i (che intanto ha aperto la data room su Autostrade), e i fondi delle casse previdenziali. A quel punto si provvederebbe ad abbattere le tariffe autostradali del 10% facendo anche leva sui crediti che Cdp vanta con Autostrade. In cambio Atlantia dovrebbe fare nuovi investimenti. Stando ai rumors però questa prospettiva ancora non basterebbe a convincere i Benetton a cedere la maggioranza. Tutto comunque per ora è limitato a un'ipotesi: Cdp ancora non ha aperto nessun dossier. Sullo sfondo resta comunque la soluzione “finale” cioè quella della revoca. L’esecutivo può revocare la convenzione applicando il decreto Milleproroghe che, alla luce dell’articolo 35, valuta complessivamente Aspi circa sette miliardi. Autostrade però ha tempo fino al 30 giugno per chiedere la risoluzione dell’accordo e nel qual caso chiedere un indennizzo, che è stimato in oltre 20 miliardi. Tuttavia nelle scorse settimane il cda di Autostrade per l'Italia ha fatto sapere di ritenere “ragionevolmente non probabile” tale revoca. 

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