Centrale del latte d’Italia – società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana dal 2001 – ha in programma un piano di rilancio e un aumento di capitale che potrebbero anche portare a novità nell’azionariato, lo scrive Carlo Festa sul Sole24ORE. Sul fronte finanziario, il gruppo ha intenzione di iniettare fino a un massimo di 30 milioni di euro in cinque anni. L'obiettivo è rafforzare il patrimonio aziendale e proseguire nella prospettiva di crescita e investimento nel settore lattiero-caseario. Per il gruppo sarà il primo aumento di capitale nella sua storia e arriverà sul tavolo dei soci il prossimo 29 aprile, data scelta per la convocazione dell'assemblea degli azionisti. Nel 2016, a seguito di una fusione per incorporazione, la Centrale del Latte di Firenze, Pisa, Pistoia e Livorno si è unita alla Centrale del Latte di Torino. Come scrive il quotidiano economico, allo scadere del patto sindacale dello scorso settembre, oggi gli azionisti rilevanti della Centrale del Latte d’Italia sono: Finanziaria Centrale del Latte di Torino con il 40,11% (società partecipata al 20% dal Comune di Torino), Lavia s.s. (delle famiglie Artom e Pozzoli, già presenti nel maggiore azionista), il Comune di Firenze e Fidi Toscana (finanziaria della Regione Toscana) e tra i piccoli soci c’è anche il Comune di Pistoia con poco meno del 5%. Con l'aumento di capitale alcuni soci pubblici potrebbero scegliere di disinvestire: tra questi il Comune di Torino, che fondò la Centrale negli anni 50 ma da tempo vuole vedere la sua partecipazione indiretta, e quello di Pistoia. Potrebbero quindi farsi avanti nuovi azionisti tra i privati, come per esempio la Newlat che, secondo rumors, starebbe valutando diverse alleanze e acquisizioni in Italia e oggi possiede già la Centrale del Latte di Salerno e il marchio Polenghi.