Private equity
11 Novembre 2020

Atlantia e Macquarie si incontrano in Virginia

Acquisizione negli Usa per la sussidiaria Albertis. Resta sul tavolo la questione Autostrade

Atlantia, la holding controllata al 30% dalla famiglia Benetton, tramite la spagnola Abertis ha comprato il 100% della società concessionaria dei tunnel Elizabeth River Crossings in Virginia, Stati Uniti. A vendere sono la società svedese Skanska e il fondo australiano delle infrastrutture Macquarie. Lo stesso che è in trattativa per rilevare dalla holding una quota di Autostrade per l’Italia insieme a Cassa Depositi e Prestiti e Blackstone. La società ha iniziato a operare nel 2014 e la sua concessione scade nel 2070. I tunnel si trovano in una zona ad alta intensità di traffico e forniscono accesso a importanti aree industriali, commerciali, militari e marittime. Nel 2019 hanno registrato un transito medio di 102mila veicoli al giorno e la società ha chiuso l'anno con un ebitda pari a 60 milioni di dollari e un debito netto di 1,127 milioni di dollari. L’acquisizione avverrà tramite un consorzio di cui il gestore autostradale Abertis ha opzionato tra il 51% e il 68% ed è partecipato anche da Manulife Investment Management. L'acquisto consente ad Atlantia, presente finora solo in Centro e Sud America, di entrare negli Usa e per Albertis segna la seconda grande acquisizione in meno di un anno dopo l’espansione a giugno in Messico, dove per cinque miliardi di euro ha rilevato il controllo di Red de Carreteras de Occidente. L’operazione ha un controvalore di circa un miliardo di euro ma oltre all’esborso cash, scrive il Sole24ORE, va considerato anche il debito collegato che è di un altro miliardo. Abertis finanzierà la propria quota in parte con cassa e in parte con l’accesso a finanziamenti già disponibili. Negli States il gruppo spagnolo ha uffici dal 2006 e gestisce un sistema di pedaggio nel Rhode Island attraverso la società Emovis. La società acquisita gestisce quattro tunnel e un’autostrada in Virginia ed è stata fondata da Skanska e Macquarie nel 2012 come parte di una partnership pubblico-privato con il Virginia Department of Transportation. All’epoca il fondo australiano impegnò nel progetto circa 200 milioni di euro. 

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