Il tribunale di Torino ha dichiarato assolti i 15 imputati del processo per il crac di Seat Pagine Gialle. La decisione arriva a sette anni dal concordato preventivo della società e a 16 anni dalla principale contestazione rivolta dai pm. Per il giudice il dissesto non fu una bancarotta fraudolenta e gli imputati sono stati assolti con la formula “perché il fatto non sussiste”. Il pm Valerio Longi invece aveva chiesto complessivamente una pena pari a 75 anni di carcere, cinque per ognuno dei coinvolti nel processo. La tesi della procura ruotava attorno al dividendo da 3,578 miliardi che i fondi azionisti di Seat, comprata l’anno precedente dal gruppo Telecom, si distribuirono nel 2004 e che, sostenevano, contribuì a creare una “situazione finanziaria insostenibile”. Nel corso del processo però la difesa è riuscita a dimostrare che il crac è stato causato dall’ascesa delle nuove tecnologie (Pagine Gialle hanno perso terreno in favore del web) e che ai sensi del diritto italiano tale operazione di leveraged buy-out è pienamente legittima.