Private equity
27 Maggio 2020

Arnault entra in Lagardère

Operazione “tra amici” ma gli analisti pensano già a una spartizione del gruppo

Bernard Arnault, l'uomo più ricco di Francia, ha acquistato circa un quarto del capitale di Lagardère Capital & Management, la holding non quotata oggi controllata da Arnaud Lagardère e fondata dal padre Jean-luc, scomparso nel 2003. L’operazione vale 100 milioni di euro ed è una boccata d'aria fresca per il gruppo con un debito dichiarato di 164 milioni a fine 2019. Il fondatore di Lvmh dice che l'investimento è motivato da ragioni personali, cioè l'amicizia che lo legava a Jean-luc Lagardère ma di fatto è una mano tesa al ceo Arnaud che deve affrontare l'ostilità di Joseph Oughourlian, finanziere franco-armeno a capo del fondo Amber, primo azionista di Lagardère. All'interno del gruppo infatti si sta consumando una lotta per il controllo che vede contrapporre al figlio del fondatore il primo socio, Amber appunto con il 18% delle quote. Arnaud Lagardère ha poche azioni della società operativa, il 7,3%, eppure grazie alla struttura in accomandita della società è l'amministratore delegato. La stessa accomandita però prevede che il capo risponda personalmente dei debiti del gruppo. Grazie a un aumento di capitale riservato (e in parte tramite acquisto di titoli), Arnault comprerà il 25% di Lc&m. Quanto basta per cancellare oltre la metà dei debiti, sottolinea Sara Bennewitz su Repubblica. Il gruppo ha un giro d’affari di 7,2 miliardi di euro. Da quando Arnaud è alla guida ha perso pezzi ma ancora oggi controlla la casa editrice Hachette, i duty free e le edicole Relay in 200 aeroporti e nei media possiede la radio Europe 1 e la storica testata Paris Match. Per un totale di 28mila dipendenti nel mondo. L’operazione è a titolo personale e amichevole ma gli analisti hanno comunque trovato possibili sinergie tra i due imperi, cioè quelli di Arnault e Lagardère. Per gli esperti di Kepler dall’unione della Dws di Lvmh con i duty free di Lagardère nascerebbe un nuovo colosso mondiale del settore che batterebbe la concorrenza dell’attuale leader di settore, cioè l'elvetica Dufry. Inoltre Lvmh è un importante inserzionista dell’attività editoriale di Lagardère. Non solo Arnault ma anche Vincent Bolloré recentemente è andato in soccorso al contestato ceo. La sua Vivendi nei giorni scorsi è salita al 16,5% del capitale, col 12,41% dei diritti di voto, della quotata operativa Lagardère. Come ricostruisce Antonella Olivieri sul Sole24ORE l'attivista Amber lo scorso 5 maggio ha provato a dare una spallata ai vertici attuali chiedendo un ricambio quasi integrale del board della maison con l'accusa ad Arnaud di non aver saputo creare valore. Il fondo però non l’ha avuta vinta proprio per la discesa in campo di Vivendi. La media company aveva fatto sapere che avrebbe continuato a comprare senza chiedere posti in consiglio.

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