Alcuni fondi di venture capital e broker hanno creato dei veicoli per consentire di investire in Airbnb prima della sua tanto attesa quotazione programmata per il 2020. Una mossa che, sebbene non autorizzata dalla società, viene incontro alle esigenze di due parti: da un lato dipendenti e azionisti che non vogliono aspettare lo sbarco in borsa della società di affitti brevi per monetizzare il loro investimento correndo il rischio che l'ipo deprezzi le loro azioni, dall'altro gli investitori che spaventati dai risultati a Wall Street di Slack e Uber stanno cercando di accaparrarsi le azioni di Airbnb prima della sua quotazione. Attraverso questi strumenti Spv non si acquistano direttamente azioni di Airbnb ma solo il diritto a ottenere una quota proporzionale dei proventi di una eventuale ipo o vendita della compagnia. Si tratta di un investimento ad alto rischio, peraltro la società ha dichiarato che queste operazioni sono contrarie allo statuto, eppure sul mercato tali veicoli stanno riscuotendo successo tanto che gli investitori sono disposti a pagare 150 dollari per un'azione valutando quindi la piattaforma 42 miliardi. Airbnb ha chiuso gli anni 2017 e 2018 in positivo e nel secondo trimestre 2019 ha superato il miliardo di fatturato. Secondo indiscrezioni la società dovrebbe avere in cassa 3,5 miliardi di dollari che servirebbero a supportare i piani futuri di espansione e assorbire eventuali perdite. Questa disponibilità di cassa inoltre secondo gli analisti potrebbe far propendere la società per un direct listing in borsa, procedura che consente di vendere direttamente le azioni senza raccogliere capitali freschi ma che evita elevati costi di quotazione