Private equity
8 Gennaio 2020

Affondo vincente di F2i per Sorgenia

L'operatore italiano di energia e gas naturale è stato valutato oltre il miliardo di euro

F2i, in cordata con gli spagnoli di Asterion Capital, ha vinto il processo competitivo per Sorgenia, sesta utility nazionale con tre gigawatt di centrali a gas e 350mila clienti per quattro anni in mano alle banche. Il fondo infrastrutturale, rientrato in gara all'ultimo dopo esserne uscito a novembre, ha fatto un'offerta vincolante da poco più di un miliardo (1,030 miliardi di euro) e ha battuto così il consorzio A2a-Eph, Iren e gli inglesi di Contourglobal. A convincere i soci (Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Montepaschi, Ubi e UniCredit) è stata sia l'offerta economica sia il progetto industriale. La valutazione comprende 650 milioni di debito, che verrà rifinanziato grazie all’apporto di Mediobanca e Intesa Sanpaolo, e 380 milioni di equity. Questa somma corrisponde al valore della conversione di debito in equity con la quale nel 2016 le banche salvarono il gruppo e ne diventarono socie. Questa cifra sarà versata a Sorgenia holding e quest'ultima provvederà a pagare parte delle passività alle banche azioniste. A quel punto molto probabilmente la holding verrà messa in liquidazione. L'operazione avverrà in parte tramite cassa e in parte tramite asset. In contemporanea con il closing infatti F2i conferirà in aumento di capitale della società operativa, 450 megawatt di attività nell’eolico (contenute nella società Veronagest) e nelle biomasse. A seguito dell'operazione, il controllo di Sorgenia resterà italiano con il fondo infrastrutturale che avrà il 75% del capitale mentre ad Asterion (che inietterà 200 milioni) sarà destinata una minoranza. Solo nel 2015 il debito dell'azienda si attestava a 1,3 miliardi di euro e in quattro anni il processo di risanamento si è concluso senza perdite per le banche mentre oggi, come ricorda Carlo Festa sul Sole24ORE, Sorgenia ha un debito sostenibile di 650 milioni, un ebitda di 180 milioni, un utile di 80 milioni e un fatturato sopra il miliardo e mezzo. In un'intervista a Il Messaggero, Renato Ravanelli, ad del fondo, ha spiegato i progetti per il gruppo: Sorgenia diventerà un maxi-polo in cui confluiranno tutte le attività rinnovabili in Italia e all'estero, compresa Renovaglia in Spagna. A chiusura dell'operazione Sorgenia si avvicinerà così alla simbolica quota di mille megawatt nel settore delle energie rinnovabili tra asset già proprietà e progetti messi in cantiere. Entro fine marzo si terrà l'assemblea per eleggere il nuovo consiglio: Gianfilippo Mancini, che è stato messo dalle banche al timone del gruppo, verrà confermato mentre F2i nominerà un nuovo presidente. Infine nei prossimi mesi F2i metterà a disposizione di Sorgenia ulteriori risorse finanziarie per una nuova fase di crescita a livello internazionale. Resta da scogliere il nodo Tirreno Power, posseduto per il 50% (l’altra metà invece è di Engie). Per la centrale a carbone di Vado Ligure, è in corso un processo per disastro ambientale. In caso di condanna l’azienda potrebbe essere coinvolta.

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