Al governo italiano restano poco più di due mesi per trovare un nuovo investitore per lo stabilimento Whirlpool di Napoli. Un incentivo per stimolare le offerte di nuovi compratori poteva venire dal fondo antidelocalizzazione, un veicolo da 200 milioni, in parte finanziato con risorse europee, creato dall'ex ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. Il fondo serviva allo Stato per affiancare e incoraggiare investitori privati disposti a riprendere una fabbrica colpita da delocalizzazioni o obsolescenza tecnologica ma oggi non c'è più. Quelle risorse economiche sono infatti confluite nel Fondo nazionale innovazione per il venture capital da un miliardo che però è ancora fermo. Per la riconversione dello stabilimento Whirlpool di Napoli sarebbero bastati 50 o 60 milioni di euro (attualmente non sono disponibili) ma il governo italiano a ottobre stava studiando un piano con Invitalia. La crisi Whirpool è scoppiata la scorsa estate. Il piano della multinazionale prevedeva la cessione del ramo d'azienda a una società svizzera, offrendo anche 20 milioni di euro a chiunque riprendesse l’impianto, ma il progetto è stato rigettato dall'esecutivo italiano.