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Ottimismo, concretezza e voglia di fare da sostegno alle imprese sono i tre elementi emersi nella mattina di discussioni della Private Capital Conference 2020, evento organizzato da AIFI in collaborazione con PwC e Linklaters e a cui hanno partecipato oltre 280 spettatori in videoconferenza. I tre temi affrontati sono stati: il ruolo del private equity come leva per fare ripartire le aziende post pandemia, l'influenza sempre maggiore dei criteri ESG e l’innovazione come chiave di successo per la crescita del valore delle imprese. La giornata di lavori è stata aperta dal presidente di AIFI Innocenzo Cipolletta che ha parlato degli effetti della pandemia di coronavirus sull'economia italiana e ha affrontato anche il tema del debito pubblico che, ha spiegato, sarà un problema da affrontare in futuro ma che per ora è una soluzione inevitabile per sostenere l’economia. Particolare attenzione andrà data alla crescita futura. Le previsioni sull’economia italiana infatti prevedono un calo del Pil in media del 10% per il 2020 e un rimbalzo nel 2021 vicino al 7%. Ancora nel 2022 però non saremo tornati ai livelli del 2019, che, a loro volta, erano già inferiori a quelli del 2007-2008. Il presidente ha concluso il suo discorso introduttivo con una nota positiva ovvero sottolineando il cambio di atteggiamento dell’opinione pubblica italiana verso il private equity: è emersa la consapevolezza che il sistema bancario non sia sufficiente per sostenere le aziende e quindi è sempre più necessario avvicinare il risparmio degli italiani alle pmi grazie a fondi con proprie competenze. La prima tavola rotonda è stata guidata da Francesco Giordano, partner di PwC, e ha visto coinvolti Raffaele Legnani (managing director di Hig Capital), Giorgio Mercogliano (managing partner di Equinox), Andrea Montanino (presidente del Fondo Italiano d’Investimento) e Andrea Ottaviano, ad di Clessidra Private Equity. Il tema era il private equity come leva per la ripartenza. La pandemia, ha dichiarato Legnani nel suo intervento, ha accelerato alcuni trend che avranno il loro effetto sulla vita di tutti i giorni e, nel lungo periodo, anche sulle scelte di investimento dei fondi. Questi sono ad esempio il telelavoro, lo shopping online e il delivery. Montanino invece ha sottolineato l'importanza del sapere gestire l'incertezza: l'indeterminatezza del futuro è tale che aziende e operatori di private equity dovranno essere sempre più attenti a questioni geopolitiche, nuove tendenze e eventi esterni. La flessibilità diventerà quindi un valore cruciale e per un fondo avere in portafoglio una azienda capace di ri-orientarsi velocemente sarà sempre più importante. Mentre Mercogliano si è concentrato di più sul futuro e sulle aspettative della sua società sul secondo semestre, Ottaviano ha ricordato come Clessidra ha reagito nei primi periodi della pandemia. Per Equinox l'attività di scouting non si è mai sospesa ma ora sarà importante vedere come il mondo affronterà la convivenza con il virus. Questo per i fondi significherà pensare a quali modelli di business e settori potranno beneficiare in questa situazione. L'approccio tenuto da Clessidra al momento più acuto della crisi è stato prima di tutto mettere in sicurezza le aziende e, all’atto pratico, la loro cassa valutando anche la possibilità di fare aumenti di capitale se si fossero resi necessari. Il secondo panel, moderato dal corporate partner Linklaters Giorgio Fantacchiotti, ha trattato il tema dei criteri Esg e delle attività legate all’investimento responsabile. Hanno preso parte Marco Anatriello (co-founder e partner di BlueGem Capital Partners), Luca Bucelli (head of Italy di Tikehau Capital) e Yann Chareton (managing director di Ardian). Tutti gli interlocutori hanno confermato di essere attenti alla tematica e che le rispettive aziende hanno team dedicati alla materia. Ardian, ha dichiarato Chareton, per esempio investe tenendo in considerazione i criteri Esg da 10 anni, ma è proprio recentemente che il tema è diventato più tangibile e in grado di cambiare davvero la vita di una azienda. Per BlueGem, specializzata nel mercato consumer, queste tematiche sono sempre più pressanti proprio perché a chiedere questo impegno sono i clienti delle aziende. Se, soprattutto nel mid market oggi le imprese che eccellono per l'attenzione ai criteri Esg sono ancora limitate e considerate pionieristiche, nel medio termine sarà necessaria per tutte l’implementazione di queste strategie. Bucelli ha invece illustrato come Tikehau Capital si stia impegnando a misurare l'impatto dei propri investimenti e come, per farlo, stia usando come framework i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Un aspetto su cui tutti hanno concordato di dovere ancora lavorare è la diversity: un aspetto fondamentale e un valore per le aziende che però deve bilanciarsi con la competenza. L'ultima tavola rotonda, moderata dalla dg di AIFI Anna Gervasoni, è stata anticipata dai risultati di una ricerca svolta proprio dalla professoressadell'Università Cattaneo – LIUC su un campione di 294 aziende lombarde e sulla loro capacità di innovare espressa attraverso marchi e brevetti. A questo ultimo panel hanno preso parte Gabriele Cipparrone (partner di Apax Partners), Giorgio De Palma (managing director di Cvc Capital Partners), Tommaso Paoli (amministratore delegato di N.U.O. Capital) e Maurizio Tamagnini (ad di Fsi). A prendere per primo la parola è stato Cipparrone che ha sottolineato come il private equity spontaneamente acceleri la crescita e vada in cerca di innovazione. Questa capacità aumenta il posizionamento competitivo e porta le aziende a valutazioni più alte, inoltre il private equity spinge verso l’m&a che a sua volta è un modo importante per innovare ad esempio comprando aziende più piccole ma con nuovi prodotti. De Palma ha poi sottolineato come, proprio grazie all'innovazione, gli imprenditori stessi si stiano aprendo di più agli investimenti in private equity e ai capitali internazionali. Ha inoltre rimarcato che il segnale di una Europa compatta e solidale è molto importante. Per N.U.O Capital innovazione vuole dire soprattutto nuovi mercati, Cina in primis, ma anche nuovi business model perché aziende della new economy in portafoglio possono sempre rappresentare un aiuto nel portare innovazione anche nelle imprese più legate alla old economy. Tamagnini in ultimo ha posto l'accento sull'importanza del trasferimento di competenze e tecnologie dalla ricerca di base (svolta da organismi statali come centri e università) alle grandi aziende e al mondo degli operatori del capitale di rischio proponendo di creare anche in Italia un luogo come la Stazione F di Parigi, cercando di replicare la ricetta del successo francese. Di nuovo, infine, la parola è passata al presidente Cipolletta che ha chiuso il convegno mostrando come il private capital si stia muovendo spontaneamente nelle direzioni che interessano al Paese cioè il rispetto dell'ambiente, la sostenibilità, la diversity e le innovazioni. “Il mercato pone delle esigenze e noi ci adattiamo in maniera rapida. Questo fa sì che il private equity sia un fattore di trasformazione delle imprese italiane”, ha concluso. Gli atti dell’evento sono disponibili al link https://aifipcc2020.kreas.it/