Eni partecipa al round di Commonwealth Fusion Systems
La startup mira a una fusione nucleare “commerciale” entro poche decine di anni
Il suo nome è un acronimo che sta per “Device for Inspiration and Expiration, Gravity Operated”, per brevità Diego. È un respiratore polmonare d'emergenza per la ventilazione forzata di pazienti in condizioni di grave insufficienza respiratoria messo a punto dall’istituto Italiano di Tecnologia in collaborazione con l’università degli Studi di Ferrara. Proprio nell’ospedale della città emiliana è stato usato con successo del reparto di chirurgia. Diego è un dispositivo a basso costo, basato su un sistema open source ed è in grado di essere alimentato non solo a batteria ma anche a energia solare (perciò utilizzabile in caso di interruzione della fornitura elettrica). L’idea è di distribuirlo senza scopo di lucro. Il prezzo dei suoi componenti è paragonabile a quello di un cellulare di fascia media. È quindi un dispositivo che può essere realizzato utilizzando componenti facilmente reperibili o fabbricabili senza ricorrere a macchinari complessi. Queste caratteristiche lo rendono indicato per l'utilizzo in Paesi e realtà dove l'accesso alle strumentazioni biomedicali di questo tipo è ridotto o completamente inaccessibile come l'America Latina, l'Africa, la Siria o le strutture potenzialmente in emergenza sanitaria come i campi d'accoglienza profughi. L'Istituto Italiano di Tecnologia ha anche collaborato alla creazione di FI5, ventilatore polmonare progettato in cinque settimane insieme alla Scuderia Ferrari Mission Winnow.