Xenon va al mercato del pesce
Il fondo continua nel suo percorso di aggregazioni
Secondo quanto riferito dal Sole24ORE in un articolo di Carlo Festa, Sia sta studiando la sua crescita su un doppio binario. Il gruppo attivo nel settore dei pagamenti e controllato da Cassa depositi e prestiti da una parte sta pensando allo sbarco in Borsa, dall'altra tratta per allearsi con un altro palyer, e c'è chi auspica persino una fusione. Sul fronte ipo, entro la settimana prossima sarà scelto l'advisor e a quel punto si passerà alla selezione del consorzio di banche global coordinator. Il listing a Piazza Affari sarebbe previsto entro l'anno. Il piano B, in fase più che intermedia, è un'alleanza con altre realtà del settore. Le trattative più concrete, scrive il quotidiano, sono con Nexi e un'unione di questo tipo sarebbe sostenuta anche dalla politica. Le istituzioni vedrebbero di buon occhio una fusione che darebbe vita a un campione europeo dei pagamenti. Nulla comunque è certo tanto che Cdp starebbe vagliando anche partnership con grandi operatori fintech europei. Della fusione con Nexi - controllata da Mercury Uk Holdco che racchiude i fondi di private equity Bain Capital, Advent e Clessidra - si parla da oltre un anno. Prima della quotazione di Nexi, avvenuta ad aprile 2019, il dossier è stato studiato a lungo ma è finito nel cassetto perché non c'erano le condizioni giuste per un’operazione di questo tipo. A seguito di diversi riassetti azionari, sia per Sia sia in Nexi, oggi si torna a parlare della fusione tra i due. Le prossime settimane saranno importanti per capire come evolverà la vicenda. Intanto una analisi Goldman Sachs, riportata da Milano Finanza, mette in risalto tutti i lati positivi di una alleanza tra le due società di pagamento. L’aggregazione, scrivono, darebbe vita a un operatore nazionale nel settore dei pagamenti digitali con una quota di mercato pari al 70% e genererebbe importanti sinergie di costo. Secondo la banca d’affari a Sia potrebbe essere riconosciuto un multiplo fra 13 e 18 volte l’ebitda e Nexi pagherebbe per l’acquisizione con un mix tra debito e azioni.