Sagitta (gruppo Arrow) raccoglie capitali per npl e distressed
Ok alla commercializzazione di un nuovo veicolo feeder che foraggerà un fondo master
Il nuovo studio pubblicato da Strategy&, strategy house di PwC, riguarda i financial services italiani, un mercato oggi popolato non solo da banche e assicurazioni ma anche da un parterre di operatori sempre più diversificato con tassi di crescita e marginalità a doppia cifra. Il report “The Italian Financial Services market competitive arena” ha analizzato l’andamento di oltre 80 tra banche, assicurazioni e altri soggetti operanti in Italia in questo settore. È emerso che negli ultimi 10 anni banche e assicurazioni tradizionali hanno subito a livello aggregato una significativa riduzione della loro redditività. La causa, per quanto riguarda le banche, si può rintracciare nell'effetto combinato di fattori quali il costo del rischio, il rallentamento del margine d’interesse, i nuovi competitors, e le regolamentazioni stringenti che insieme hanno messo sotto pressione il modello di banca tradizionale. Sia assicurazioni che istituti finanziari ora sono quindi alle prese con percorsi di trasformazione e revisione dei modelli di business. Di contro si stanno affermando player specializzati che operano nel wealth & asset management o nei segmenti ad alto rendimento e/o a basso rischio del credito specializzato, con modelli di distribuzione basati su canali alternativi e modelli operativi flessibili. Tuttavia, scrive PwC, la “micro” prospettiva resta cruciale: i top performer esistono trasversalmente ai diversi modelli di business, anche tra quelli dove mediamente si osservano livelli di redditività contenuti e/o multipli di Borsa penalizzanti. Inoltre i modelli ibridi (basati sull'integrazione dei canali offline e online) risultano sempre più vincenti nel nuovo contesto competitivo. Infine il report indica alcune peculiarità finanziarie tipiche del nostro Paese, rispetto al resto d'Europa: minor accesso al credito sia da parte dei privati (Ll'incidenza sul Pil di questi è attorno al 41% rispetto al 52% della media europea) che delle imprese (58% rispetto al 75%); maggiore incidenza dei crediti deteriorati sullo stock totale di crediti (7,9% contro il 3% della media europea); maggior ricchezza finanziaria delle famiglie e una più alta penetrazione delle polizze vita.