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La Banca europea per gli investimenti, nel corso dell'ultimo board of directors, il suo consiglio di amministrazione, ha approvato la nuova Energy Lending Policy, ovvero la sua politica per i prestiti energetici che dal 2021 prevede uno stop al finanziamento di progetti riguardanti la produzione di energia da combustibili fossili, compreso il gas naturale. In questo modo la Banca dell'Ue sbloccherà denaro da impiegare in nuove tecnologie rispettose dell'ambiente, aumentando il sostegno alle innovazioni dell'energia pulita e alle infrastrutture energetiche essenziali per la decarbonizzazione a lungo termine dell'approvvigionamento energetico. È infatti previsto che nel decennio compreso tra il 2021 e il 2030 la Bei metterà a disposizione mille miliardi di euro di investimenti sostenibili nei settori dell’ambiente e dell’azione per il clima. Le discussioni per la nuova politica di concessione prestiti sono partite a luglio dopo la più ampia consultazione pubblica mai organizzata dall'istituto che si è conclusa il 29 marzo. La Bei ha ricevuto 149 contributi da organizzazioni e comuni cittadini, tra cui tre petizioni firmate da oltre 30mila persone in totale. Il documento è arrivato in cda a settembre e le discussioni sono continuate anche nell'appuntamento di ottobre data l'opposizione di alcuni Paesi - Italia e Germania in primis - allo stop anche agli investimenti in gas naturale. A favore fin da subito invece si erano schierati Francia, Olanda e Regno Unito. Ora si è giunti all'accordo: il compromesso prevede il blocco per tutti i progetti legati anche al gas naturale, oltre che al carbone, ma il posticipo della partenza a fine 2021. Inoltre i progetti già autorizzati dalla Commissione Ue, tra cui i gasdotti Tap e Poseidon, saranno esclusi dalla svolta verde. La Bei è l'istituto creditizio dell'Unione europea di proprietà dei suoi Stati membri. Sul totale dei fondi stanziati tra il 2013 e il 2018, in media ha finanziato ogni anno il settore dell'energia con circa 12 miliardi di euro per più di 78 miliardi totali.