Gli auguri del Presidente AIFI in un video
L’associazione, attraverso la voce del suo presidente, ringrazia e saluta il mondo del private capital
In questi ultimi anni il settore del private equity ha subito notevolissime evoluzioni e profondi cambiamenti. Il bisogno di capitale di rischio è sempre più evidente, specialmente in Italia, anche a causa delle note vicissitudini del sistema bancario e della sottocapitalizzazione cronica di molte aziende, in particolare medio-piccole, il tutto accelerato e aggravato dalle grandi problematiche connesse alla pandemia in corso. Ne è derivato, negli ultimi anni, un fiorire, anche nel nostro Paese,di nuove strutture di investimento che vanno ad aggiungersi al "tradizionale" strumento del "fondo chiuso", tutt'ora valido ma non più certamente l'unico: holding quotate o non quotate, fondi quotati,SPAC, co-investment agreements, club deals, investimenti diretti da parte di family offices (anche consorziati tra loro) e fondi sovrani; evergreen funds, umbrella funds, search funds, pledge funds,hybrid funds e fondi di private debt in tutte le loro molteplici articolazioni.
Tanti nuovi strumenti per fare la stessa cosa: identificare aziende, imprenditori promettenti egiovani di talento sui quali investire, aiutandoli nel loro percorso di sviluppo e di realizzazione dei loro obiettivi nella speranza, se le cose andranno bene e le aziende avranno effettivamente creato valore, di realizzare un ritorno sull’investimento nei tempi e nei modi che, di volta in volta, saranno ritenuti i più opportuni, condividendo tali guadagni (solo se presenti) tra gestori e investitori.
E’ questa l’essenza dell’attività di private equity. Gli strumenti posso essere diversi e cambiare nel tempo, come è giusto che sia, ma l'obiettivo rimane sempre lo stesso.
La (R)Evolution a cui stiamo assistendo è stata ampiamente sottolineata e approfondita anche nella sesta edizione del manuale "Private Equity e Venture Capital" (edizioni Guerini Next), scritto insieme ad Anna Gervasoni e focalizzato, tra le altre cose, proprio sull’analisi specifica dei nuovi strumenti a disposizione e dei principali trend che stanno caratterizzando il settore.
Noi, come Private Equity Partners, in oltre trent'anni di attività, abbiamo sempre cercato di seguire, se non a volte di anticipare, tali cambiamenti, ritenendo l'innovazione un elemento essenziale per rimanere al passo con le esigenze del mercato. Fondata e interamente controllata da me e dal mio socio Giovanni Campolo e operante in Italia dal 1989, Private Equity Partners presenta uno dei team più stabili e longevi nel panorama del private equity italiano, con oltre 50 deal conclusi e numerose operazioni di quotazione in Borsa realizzate sia in Italia che all’estero. Da sempre effettuiamo investimenti nel capitale di rischio di società non quotate, sia direttamente, con risorse proprie, sia utilizzando strumenti diversi in relazione alle specifiche esigenze ed evoluzione dei mercati: fondi chiusi (tramite la nostra SGR ne abbiamo costituiti e gestiti quattro), club deals, search funds, SPAC o accordi di partnership o di co-investimento con primari investitori istituzionali nazionali e internazionali. Grazie alla lunga esperienza e ai numerosi contatti sviluppati in questi anni, di fatto oggi ci poniamo come deal arrangers e co-investitori, identificando di volta in volta lo strumento e gli investitori più adatti alla specifica situazione di investimento. Oggi siamo particolarmente impegnati in settori come la sicurezza, l'avionica, il design, la chimica, i servizi al settore dell'automotive e nell'interessante segmento dei search funds. Ma come sempre, siamo aperti a valutare operazioni di vario genere e di qualsiasi dimensione, se con solide basi e buone prospettive di sviluppo.