Sagitta (gruppo Arrow) raccoglie capitali per npl e distressed
Ok alla commercializzazione di un nuovo veicolo feeder che foraggerà un fondo master
E' stato presentato a Roma il piano di reindustrializzazione di Pernigotti. Alla soluzione hanno contribuito gli advisor incaricati dalla proprietà turca Toksoz e i funzionari dei ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro. L'accordo garantirà la continuità operativa del sito e la salvaguardia dei più di 90 lavoratori. Il salvataggio di Pernigotti è stato un processo lungo e dall'esito non scontato anche perché la famiglia Toksoz ha dichiarato fin da subito (da quando lo scorso anno annunciò l'intenzione di fermare le attività nel sito di Novi Ligure) di volere tenere il marchio Pernigotti comprato nel 2013. A grandi linee il nuovo piano promette di riassorbire i lavoratori dello stabilimento ma le attività verranno separate, ipotesi già segnalata in precedenza. La Mec3 di Giordano Emendatori, controllata da Charterhouse Capital Partners, rileverà il ramo d’azienda I&P (Pernigotti maestri gelatieri) e con esso una quarantina di addetti, mentre la cooperativa Spes, aderente all’Opera Torinese del Murialdo (la stessa che ha dato vita a SocialFare), gestirà la produzione di cioccolato nell’impianto torinese. Per entrambi gli accordi, il closing è previsto entro la fine di settembre 2019. Pernigotti spa resterà titolare del marchio “Pernigotti 1860”, continuando la distribuzione di prodotti come cioccolato, praline, torrone e creme spalmabili. L'impianto di Novi Ligure è già attivo da alcuni giorni perché, a partire dal 23 luglio scorso, Pernigotti ha ripreso la produzione per fare fronte alla campagna commerciale del Natale 2019, richiamando al lavoro 110 lavoratori, tra dipendenti in cassa integrazione e somministrati.