Lunedì 27 marzo alla Liuc, Università Cattaneo, si è tenuto il convegno “Quale città per le donne?”. Dopo il progetto “La città che vorrei. Reinventare una città a misura di donna”, Soroptimist – rete mondiale di professioniste e manager, accreditata all’Onu e con rappresentanza al Consiglio d’Europa e all’Ocse – ha lanciato un nuovo momento di incontro e riflessione per cercare soluzioni a favore di una città smart, a misura di donna. Per esempio, usando la tecnologia e la transizione digitale per costruire una forma di partecipazione ai tavoli decisionali, aperta in modo egualitario anche alle donne. Durante l’incontro i partecipanti si sono interrogati sul modo in cui comuni, attori economici e sociali riescano a collaborare con istituzioni e università per sostenere una città attrattiva, con più opportunità per tutti, green, inclusiva e sicura. Inoltre si è parlato di trasformazione digitale al servizio dei cittadini, di infrastrutture e smart cities sostenibili. In particolare Anna Gervasoni, docente di Economia e gestione delle imprese alla Liuc e dg di AIFI, si è concentrata sulla possibilità di realizzare queste smart cities tramite partnership tra attori pubblici e privati. L’evento è stata anche l’occasione per presentare il manifesto per una città inclusiva, elaborato grazie alle risposte a un sondaggio sottoposto alle componenti di 162 club Soroptimist attivi sul territorio, per un totale di circa cinquemila donne. Prima delle conclusioni, l’architetto Giulio De Carli, managing partner One Works, ha illustrato il progetto dedicato alla ricostruzione della città di Mykolaiv che One Works ha deciso di supportare insieme ad ExSUF, il Centro di Eccellenza sulla finanza sostenibile per le infrastrutture e le smart cities di Liuc e Unece.