Da associazione per la cucina casalinga a startup. È il percorso che ha scelto di fare il gruppo Le Cesarine-Home Food che ora si è posto come obiettivo per il 2024 la crescita dei ricavi a 34 milioni. Il network collabora con circa 700 cuoche domestiche distribuite in tutta Italia che ospitano nelle proprie case turisti e buongustai per cene e corsi di cucina. La community nasce come associazione culturale nel 2004 e nel 2016 il marchio viene rilevato da Davide Maggi, giovane imprenditore del digitale. A lui si uniscono imprenditori e manager del settore food, ma non solo, come Daniele Ferrero (ad di Venchi), Niccolò Branca (a capo dell'omonima azienda F.lli Branca distillerie), Emmanuel Osti (ex managing director di L’Occitane); Marco Airoldi (ex ceo di Benetton); Roberto Nicastro (vicepresidente di Ubi Banca) e Massimiliano Benedetti (former executive di Yoox Net-a-Porter Group). Il prodotto offerto da Le Cesarine è dedicato in particolar modo alla clientela internazionale, turisti in visita nelle città italiane che vogliono conoscere la cucina nostrana. Oggi il network è presente in un centinaio di città, i menù offerti vanno da 65 a 100 euro a persona, con esperienze in aggiunta che possono arrivare a 200. L’80% della clientela arriva dagli Usa ma questa percentuale dovrebbe diminuire nel 2024 (52%) con aumento di richiesta da Cina (20%) e Europa (28%). La società dal 2007 ha raccolto risorse per due milioni e per rafforzarsi oggi ha avviato un’operazione di rafforzamento di capitale. Il piano prevede un aumento riservato ai soci con strumenti finanziari partecipativi per poi passare alla raccolta con fondi di venture capital e family office. Alla fine l’aumento di capitale sarà nell’ordine di quattro milioni. Dal lato dei profitti, il piano di Le Cesarine per i prossimi anni prevede una crescita di ricavi dell’83% fra 2020 e 2024 con tre milioni di euro previsti di cui 1,5 milioni di fee pagati ai cuochi-casalinghi. Il primo ebitda positivo dovrebbe arrivare nel 2022 con 200mila euro, per arrivare a un margine di 3,9 milioni tra cinque anni. Il business plan prevede lo sviluppo anche all’estero, con la ricerca di ‘cesarine’ nelle principali città internazionali partendo dall’Europa (Berlino, Londra, Parigi) e da New York.