Studi e approfondimenti
18 Settembre 2023

La storia di un campione: SICIT

Il racconto della settimana è a cura di Fabio Canè, senior partner di NB Renaissance

Pochi sanno che la circular economy non è nata in anni recenti nella cornice della lotta al Climate Change. Ma almeno nel 1960, quando una piccolissima azienda in provincia di Vicenza, la SICIT, iniziò a trasformare i residui di lavorazione provenienti dall’industria conciaria del distretto di Arzignano in idrolizzati proteici, realizzando un prodotto ad alto valore aggiunto per l’agricoltura: i biostimolanti, additivi necessari a incrementare le rese dei raccolti e ridurre l’utilizzo di fertilizzanti chimici.

Oggi, grazie a un team qualificato di 150 addetti, due impianti produttivi altamente automatizzati e tecnologici ad Arzignano e Chiampo (VI), tre laboratori all’avanguardia, costanti investimenti in Ricerca & Sviluppo e – in anni recenti – il sostegno del Private Equity, SICIT e` diventata il leader mondiale nella produzione di idrolizzato proteico di origine animale per l’agricoltura, ritardanti per l’industria del gesso e biofuel per il settore dell’energia. 

In seguito alla recente acquisizione di PatBio, basata nella Patagonia Cilena, SICIT ha ampliato la propria offerta anche ai biostimolanti derivanti da materia prima vegetale (alghe).

NB Renaissance, fondo di private equity che oggi controlla la società, ha supportato attivamente il management di SICIT non solo nella recente acquisizione in Sud America, che consentirà la diversificazione del portafoglio prodotti; ma anche nell’implementazione delle migliori pratiche di governance, nella spinta verso l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e nell’attuazione di efficaci strategie d’espansione internazionale.

SICIT ha oggi una filiale in Cina (a Shanghai) e una negli Stati Uniti (nello Stato di New York) e tra i suoi clienti figurano i principali player mondiali del settore agrochimico e industriale.

L’azienda è una vera e propria eccellenza italiana che offre un servizio di importanza strategica ritirando e trasformando i residui del distretto conciario vicentino in prodotti ad alto valore aggiunto, totalmente biodegradabili per l’agricoltura ed il settore industriale. 

Il distretto conciario veneto impiega 8500 addetti in 450 aziende e ha un fatturato di circa 3 miliardi di Euro, di cui oltre due miliardi di export. Il volume d’affari rappresenta il 60% di tutto il settore conciario in Italia, il 40% a livello europeo e il 15% a livello mondiale. E grazie a SICIT, il profilo verde della pelletteria vicentina è diventato un plus concorrenziale formidabile nei rapporti coi grandi player internazionali, sempre più attenti all’ecosostenibilità della materia prima. 

I biostimolanti sono formulati a base di idrolizzati proteici di origine animale in grado di stimolare i processi metabolici della pianta, incrementare la resa delle colture e di migliorare la tolleranza agli stress nonché la disponibilità di nutrienti nel suolo.

Un avanzato processo tecnologico di idrolisi del collagene genera prodotti caratterizzati da un’elevata concentrazione di aminoacidi fondamentali per il metabolismo della pianta e da assenza di contaminanti.

L’integrazione dei biostimolanti con altre tecnologie (miglioramento genetico, protezione delle colture, nutrizione) permette un approccio sostenibile all’agricoltura e l’utilizzo di tali prodotti anche in agricoltura biologica (certificazione BIOAGRICERT).

Le formulazioni SICIT sono distribuite nel mercato in collaborazione con società agrochimiche nazionali e internazionali con le quali vengono sviluppate anche soluzioni su misura più idonee ai mercati finali. 

I ritardanti, invece, rappresentano un additivo necessario nell’industria del gesso che, ritardandone la presa, consente di lavorarlo al meglio. Vengono utilizzati sia per la produzione dei cartongessi che in edilizia, soprattutto nei prefabbricati.

L’industria del gesso è in forte sviluppo alla luce della crescente necessità di materiali sempre più leggeri, elastici ed ecosostenibili, specialmente per le strutture interne degli edifici.

Quanto al biofuel, infine, derivato dal grasso di origine animale, ossia uno dei sottoprodotti della lavorazione delle pelli che SICIT ritira, è utilizzato dagli impianti di cogenerazione come olio combustibile per la produzione di energia.

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