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16 Aprile 2020

La Bei e i suoi sforzi contro il coronavirus

Cosa ha studiato la banca dell'Unione europea per contrastare la crisi economica

La Bei, il braccio finanziario dell'Unione europea, avrà un ruolo centrale nel sostegno e nel rilancio dell'economia post-coronavirus. Così Avvenire ha tracciato un profilo di questa istituzione e dei piani studiati per sostenere l'economia reale. Nata nel 1957 con il Trattato di Roma, è la più grande istituzione finanziaria multilaterale del mondo con 248,8 miliardi di euro di capitale sottoscritto dai governi dell'Ue, che sono suoi azionisti. Sostiene la crescita dell'economia europea con diversi strumenti finanziari, soprattutto prestiti e garanzie e favorendo alcuni ambiti dell'attività economica come per esempio le infrastrutture e l'ambiente. A questo proposito alcuni mesi fa la Bei, approvando una nuova Energy Lending Policy, ha scelto di sospendere il finanziamento di progetti riguardanti la produzione di energia da combustibili fossili per concentrare maggiormente i suoi impegni su fonti di energia più sostenibili. Dal 1994 la Bei si è arricchita di uno strumento per operazioni più "rischiose". È il Fondo europeo per gli investimenti specializzato nel supportare piccole e medie imprese anche attraverso operazioni di venture capital. Dei 248,8 miliardi di euro in capitale, la Bei ne ha solo 21,7 effettivamente versati dalle nazioni. I restanti possono essere richiesti dal board of directors, cioè il consiglio di amministrazione della banca, in qualsiasi momento e i governi sono obbligati a versare quanto sottoscritto. La Bei inoltre si finanzia sul mercato emettendo obbligazioni a tassi bassi dato che ha un rating a tripla A. Per quanto riguarda il coronavirus, la banca ha già presentato due piani a supporto dell'economia europea. Il primo risale al 16 marzo e può mobilitare fino a 40 miliardi di euro di finanziamenti. Tre le misure prese in considerazione: programmi di garanzia per le banche che consentano di sostenere finanziamenti per 20 miliardi di euro; linee di liquidità, sempre rivolte alle banche, per garantire un sostegno alle pmi e l'acquisto di titoli garantiti da attività. A inizio aprile è stato presentato poi un secondo pacchetto di interventi che prevede la creazione di un fondo di garanzia con una dotazione di 25 miliardi di euro che, secondo i calcoli dell'istituto, può arrivare a sostenere complessivamente prestiti per 200 miliardi di euro. Questi fondi arriveranno poi all'economia reale tramite il credito delle banche che sfrutteranno la possibilità di ottenere tali garanzie. Il 9 aprile, alla riunione dell'Eurogruppo, i rappresentanti dei 28 Stati membri hanno accolto la proposta della Bei invitandola a renderla operativa il più rapidamente possibile.

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